Le piramidi attirano l’attenzione degli storici ormai da tempi remoti. Se inizialmente si diceva che la loro utilità non fosse ancora stata compresa, in un secondo momento è stato certamente appurato che le stesse siano sensazionali tombe di re. Secondo gli archeologi in Egitto ci sono circa 130 piramidi, di cui solo in poche hanno mantenuto la loro forma reale. Note a livello di nome sono soltanto 24, e le più importanti si innlazano sul lato sinistro del Nilo, fra la punta del Delta e l’oasi di Fayuum.

Le piramidi di Giza

Se decidiamo di recarci presso il complesso archeologico di Giza dobbiamo in primis sapere che il sito sorge ad ovest della città, affacciandosi sul deserto del Sahara. Tutta la tirata monumentale delle piramidi di Giza rappresentano una commemorazione per i re della quarta dinastia egizia (2650-2500 a. C). Si innalzano maestosi su una base di pietra quadrata e delle facce triangolari che si uniscono al vertice: il simbolo fu scelto in quanto richiamava il dio-sole degli Egizi.

La loro figura maestosa ha consentito che questo diventasse il simbolo della civiltà egizia. Ogni qual volta un nuovo faraone saliva al trono, questi si costruiva una tomba sensazionale. Il luogo era strategico: stando alle credenze degli egizi, le case dei morti dovevano essere situate ad ovest perché è i lpunto ove cala il sole. Le tombe dei re erano immerse nel deserto lontane dalle inondazioni del Nilo, ma in un punto in cui si potesse avere facile accesso al fiume per trasportare i blocchi con cui venivano erette. Costruire una tomba poteva richiedere anche una tempistica di 10 anni, rispettando ogni minima dimensione stabilita con calcoli matematici

Addirittura ci si è accorti che le tre piramidi si uniscono nella cintura della costellazione di Orione e con il Nilo che risulterebbe la proeizione della Via Lattea.

Cheope, Chefren e Micerino

Le piramidi (che nella lingue egizia erano dette “mer”; per cui si ignora da dove derivi il termine piramis) nacquero grazie alle mastabe, sepolture rettangolari di mattoni e pietre. Ad idearle fu l’architetto della tomba reale di Sakkara che mise sei mastabe le une sopra le altre in maniera tale che  apposte in questo modo formavano un puntale al vertice. COsì nacque la piramide.

In seguito, nella piramide di Oahshur a sud di Sakkara, si cominciò a fare l’uso della pietra per costruire i colossali gradini.

Attualmente le piramidi di Cheope, di Chefren e di Micerino, dominano l’alto piano di Gizeh ai lati del Sahara. Sono di difficile accesso oper evitare che pedoni potessere trafugarle. Sia l’interno che l’esetrno sono stati edificati curando ogni minimo dettaglio, dal momento che gli Egizi credevano che senza un lugo degno i morti non potessero raggiungere l’immortalità. La camera dei sepolci si scavava nel sottosuolo, al centro della oiramide, ove si accedeva grazie ad un cubicolo strettissimo. Al termine del loro funerale, l’entrata veniva sbarrata con dei grandi massi di pietra.

Il Faraone Micerino è il primo benamato della storia egizia, mentre Cheope e Chefren vengono considerati re abominevoli e crudeli. All’interno della tomba c’era un suntuoso sarcofago, che fu violato dalll’Inghilterra e che andò perso dopo il naufragio della nave che lo trasportava.

La piramide di Chefren si innalza per 136 metri e ognuna delle facce ha una base di 210 metri, con un volumedi più di un milione e mezzo di metri cubi. Essa si distingue dalle altre grazie al suo  “cappuccio”: un rivestimento di pietra levigata che non è stato scalfito dal tempo. Sulla faccia a nord ci sono due ingressi, dove si diramano due corridoi lunghi circa 30 metri per poi unirsi in uno solo. Quest’ultimo conduce ad una stanza scavata nella roccia dove fu ritrovato grazie all’archeologo Selzoni nel 1818 un grande sarcofago di granito rosso.

La sfinge di Giza

La Sfinge, sita ad est rispetto alla piramide di Chefren, raffigura un leone dalla testa umana. Sicuramente il suo riferimento va al dio Harmakis, rappresentante il Sole.

Il suo aspetto misterioso pone sicuramente i turisti ad incuriosirsi alla fiugra che essa rappresenta: imponente nell sue dimensioni (Lunga 57 metri e alta 20) ed enigmatica nel suo aspetto. Essa è caratteristica in quanto intagliata nella roccia con un’ampiezza massima del volto di circa 4 metri. In testa è ornata con il classico copricapo regale, mentre sulla fronte c’è l’ureo, il cobra sacro.

In origine sulla sfinge c’era anche la barba, ritrovata poi tra le sabbie, che oggi è invece conservata al Museo Britannico. Per quanto concerne il naso della statua esso è stato deteriorato dagli agenti atmosferici, dai venti e dalle sabbie che di solito ricoprono il monumento.