Morire a 36 anni, per un cancro, è sempre qualcosa di non accettabile alla mente umana, ci si chiede perché, nonostante andiamo in giro nello spazio, siano ancora possibili cose del genere.

Un atleta del calcio

Liam Miller, che ha vestito le maglia di Leeds, QPR, Celtic e Manchester United, nella posizione di centrocampista, si è spento a soli 36 anni dopo una lotta impari contro una forma di cancro che lo ha colpito al pancreas,  che se lo è portato via.

Due mesi fa l’annuncio della malattia, una lotta breve, vana e intensa, lo ha spento tre giorni prima del suo trentasettesimo compleanno. I messaggi di sostegno furono tanti, compreso quello di John Hartson, suo compagno di squadra nel Celtic, atleta che come lui ha dovuto lottar contro il cancro, ma lo ha vinto.

Purtroppo, la vita, non è come le partite di calcio di scommesselive, che possono essere vinte, si possono fare pronostici, no, la vita non permette previsioni, anche per chi lotta fino alla fine come ha fatto Miller.

Lo sport e la salute

Si dice che fare sport fa bene alla salute, eppure la lista di atleti, in particolare calciatori , ammalati è abbastanza lunga e importante. C’è chi ce la fa e chi, come Miller, non ce la fa, ma tra morbo di Gehrin, meglio conosciuto come SLA (11,5 % in più di casi rispetto alle persone normali) e tumori vari, la lista è lunga. A questo punto viene da chiedersi: come mai? Cosa succede a questi giocatori? Troppo stress? Sono richieste prestazioni fuori dal normale? Cosa li porta ad ammalarsi così facilmente? Una delle teorie più accredita è quella relativa a diserbanti e pesticidi usati per il campo. Se il problema è tutto qui, sostituiamoli con campi sintetici, non è possibile assistere a questa moria.

I nomi: una lunga lista di assenti

Iniziamo da Armando Segato che ci ha lasciato nel 1973 a causa della SLA; Bruno Beatrice nel 1987, leucemia; Nello Saltutti 2003, infarto; Ugo Ferrante nel 2004, tumore alle tonsille; Giuseppe Longoni nel 2006, problemi di cuore; Massimo Mattolini nel 2009, insufficienza renale; Adriano Lombardi nel 2007, SLA; Ernesto Tito Cucchiaroni morto nel 1971 in un incidente ma già malato di SLA; Emst Ocwic nel 1980, SLA; Giorgio Rognoni nel 1986, SLA; Narciso Soldan nel 1987, SLA; Guido VIncenzi nel 1997, SLA; Albano Canazza nel 2000, SLA; Celestino Meroni nel 2001, SLA; Gianluca Signorini nel 2002; SLA; Ubaldo Nanni nel 2003, SLA; Lauro Minghelli nel 2004, SLA; Giovanni Nuvoli (arbitro) nel 2007, SLA; Maurizio Gabbana nel 2009, SLA, Stefano Borgonovo nel 2013, SLA.

Si potrebbe continuare con l’elenco, ma la cosa che interessa veramente è capire il perché di tutte queste morti.