L’azienda famosa nel mondo per la produzione di farmaceutici naturali e per le sue coltivazioni biologiche sta pensando di traslocare visto che attorno alle sue coltivazioni si usano troppi pesticidi e OGM.
Le preoccupazioni di Aboca
L’azienda, con sede a Sansepolcro sta seriamente valutando l’ipotesi di abbandonare la terra di Toscana per raggiungere altre regioni, come la Sardegna o, addirittura, Paesi esteri come il Marocco. È stato lo stesso Valentino Mercati, Patron Aboca, già qualche anno fa a dichiarare: “Stiamo abbandonando alcune aree di coltivazione che non possiamo difendere dai pesticidi delle coltivazioni circostanti in Valtiberina. Si tratta di piccoli appezzamenti indifendibili in un territorio molto parcellizzato”.
Che cosa vogliono fare?
Non è ben chiaro se l’intenzione è solo quella di spostare le coltivazioni oppure di abbandonare proprio del tutto la sede originale e trasferire il complesso altrove. Certo i campi non possono essere trasportati a piacimento e, anche se sono specializzati in tutti i generi di trasporto, non basta chiamare www.serenitraslochi.it, per spostare le coltivazioni, quindi questo sicuramente è un dato di fatto: le coltivazioni verranno fatte in altre zone, più distribuite e questo non è necessariamente un male.
Quale futuro per chi lavora presso i laboratori e nella struttura?
L’azienda assicura che non ci saranno ripercussioni sull’occupazione che attualmente vede 800 addetti e 1000 ettari di produzione, anche perché la ricerca viene avviata dalle Università e i loro costi sono imperniati più su questo settore piuttosto che sugli stipendi.
L’azienda aveva già cercato di sensibilizzare i sindaci delle zone dove sono le loro coltivazioni segnalando la forte presenza di pesticidi, utilizzati in particolare nei campi di tabacco. Alcune aree più tranquille sono già state acquistate in Valdichiana, mentre altre sono state spostate in collina e in Sardegna. Anche un passo verso il Marocco è già stato fatto, luogo dove sono vietati gli OGM.
Concordiamo tutti sul fatto che i pesticidi andrebbero ridotti al minimo e gli OGM andrebbero vietati, ma i cambiamenti non si fanno da un giorno all’altro e, anche se si troveranno accordi, i tempi di realizzazione saranno un po’ lunghi, ma chi garantisce per il prodotti che vengono dal Marocco? Quello che viene da chiedersi è se questa sia una scelta esclusivamente legata alle coltivazioni, oppure anche una strategia economica.