Gli orecchioni è il termine popolare utilizzato per riferirsi alla cosiddetta parotidite endemica, la quale, provocando l’aumento del volume delle ghiandole salivari, conferisce al volto una conformazione caratteristica: il rigonfiamento spinge in avanti e in fuori i padiglioni auricolari e le orecchie sembrano più grandi del normale. Da qui il termine popolare orecchioni.
Fatto questo preambolo, passiamo a esaminare più nel dettaglio la malattia.
Che cosa sono gli orecchioni?
Gli orecchioni sono una malattia contagiosa causata da un virus che si trasmette da una persona all’altra attraverso la saliva, le secrezioni nasali e il contatto molto ravvicinato tra due individui.
Questa condizione clinica va a colpire principalmente le ghiandole salivari, chiamate anche ghiandole parotidee, responsabili della produzione di saliva. Curiosità: tutti noi disponiamo di tre serie di ghiandole salivari su ciascun lato del viso, situate dietro e sotto le orecchie.
Gli orecchioni colpiscono principalmente le ghiandole salivari, che, se infettate, possono gonfiarsi.
Occorre non confondere la parotidite endemica (alias gli orecchioni) con la parotidite ricorrente, in quanto sono due patologie molto diverse tra loro. Infatti, come si può leggere nell’articolo di Dentalpharma sull’argomento, la parotidite ricorrente si manifesta con infiammazioni e rigonfiamenti periodici, che solitamente compaiono in età pediatrica, ma che possono interessare anche gli adulti. È una patologia, la parotidite ricorrente, che tende a colpire ogni 3-4 mesi, mentre se si presenta in forma aggressiva, gli episodi possono ripetersi ogni 3-4 settimane.
Sintomi degli orecchioni
I sintomi degli orecchioni solitamente compaiono entro le prime due settimane dall’esposizione del virus. Inizialmente si possono accusare sintomi simil-influenzali tra cui: fatica, dolori muscolari, male alla testa, perdita di appetito, febbre.
Nei giorni successivi seguono una febbre alta e gonfiore delle ghiandole salivari. Le ghiandole potrebbero gonfiarsi in maniera graduale.
La maggior parte delle persone che contraggono la parotidite endemica manifestano i sintomi appena citati. Tuttavia, alcune persone non accusano alcun sintomo o ne hanno pochi e leggeri.
Qual è il trattamento per gli orecchioni?
Poiché la è, clinicamente, un virus, non risponde agli antibiotici o ad altri farmaci. Per prevenire l’insorgenza della malattia, occorre essere vaccinati.
In ogni caso, qualora si contragga la parotidite endemica, per alleviare i sintomi è consigliabile riposare molto, assumere antidolorifici come il paracetamolo o l’ibuprofene per abbassare la febbre, lenire le ghiandole ingrossate applicando impacchi di ghiaccio ed evitare cibi e bevande che possano infiammarle.
Quali sono le complicazioni associate agli orecchioni?
Le complicazioni degli orecchioni sono rare, ma se presenti devono essere trattate tempestivamente.
La parotidite endemica, come sappiamo, colpisce principalmente le ghiandole parotidee. Tuttavia, può anche causare infiammazione in altre aree del corpo, inclusi il cervello e gli organi riproduttivi.
Può portare a meningite o encefalite, due condizioni potenzialmente fatali se non trattate subito.
L’orchite è un’infiammazione dei testicoli che può essere correlata alla malattia.
Anche la pancreatite, un’infiammazione del pancreas, può essere indotta da questo disturbo.
Occorre ancora aggiungere che il virus della parotidite porta alla perdita permanente dell’udito in circa 5 casi su 10.000, in quanto può essere danneggiata la coclea, una delle strutture dell’orecchio interno che facilita l’udito.
Come si prevengono gli orecchioni?
Per prevenire gli orecchioni, l’unico modo è la vaccinazione. La maggior parte dei neonati riceve contemporaneamente un vaccino per morbillo, orecchioni e rosolia. La prima vaccinazione viene somministrata tra i 12 e i 15 mesi in occasione di una visita di routine del bambino sano. Una seconda vaccinazione è necessaria per i bambini in età scolare tra i 4 e i 6 anni. Con due dosi, il vaccino contro gli orecchioni è efficace all’88%.
Tuttavia, le persone che hanno un sistema immunitario compromesso, sono allergiche alla gelatina o alla neomicina o sono incinte, non dovrebbero ricevere il vaccino. In tutti questi casi, è bene consultare il proprio medico curante.